Il gruppo Beato Giacomo Cusmano della Parocchia Regina Pacis di Giarre il 27/01/2022, rinnova durante la Santa Messa, le promesse di Fede in Gesù, attraverso la carità per i poveri e gli ammalati.
Non è possibile amare veramente l'uomo se non si ama Dio e non si può scorgere nei poveri e negli altri il volto di Cristo, se prima non lo si incontra nella preghiera e nella contemplazione.
Il Beato Cusmano desidera che la contemplazione si porti nell'azione e. nell'azione si conservi la contemplazione.
Non è nuovo il suo insegnamento, ma si raccorda con tutta la vita e l'insegnamento di Gesù, dei Padri e dei testimoni che hanno "fatto" la "Chiesa" e sui quali anche oggi in ogni tempo dovremo fondarci.
Il Cusmano propone l'esercizio della carità attraverso il gesto del "Boccone", da lui definito amo di carità che diventa concretezza di un ministero, al quale tutti dobbiamo sentirci chiamati e coinvolti e attraverso il quale si ottiene l'eredità eterna, riservata ai giusti.
Partendo dalla contemplazione di Cristo dobbiamo scorgerlo nel volto di coloro nei quali Egli si identifica. G.C. offre un'immagine di Chiesa quale concregatio di servi dei Servi dei Poveri ed esorta a spezzare "il pane ai poveri", appascerli "col boccone offerto dalla carità cristiana e benedetto dalla carità divina".
Dobbiamo spezzare il pane della Messa quotidiana, imitando Gesù, il quale spezzò il pane nel deserto, nel cenacolo, al banchetto di Emmaus.
Non la parola ma la concretezza del gesto dell'amore è la via che conduce al riconoscimento della Fede e come Cristo "Qui coepit facere et docere" così il cristiano prima ama, serve e poi parlerà.
Vera Raciti
Non è possibile amare veramente l'uomo se non si ama Dio e non si può scorgere nei poveri e negli altri il volto di Cristo, se prima non lo si incontra nella preghiera e nella contemplazione.
Il Beato Cusmano desidera che la contemplazione si porti nell'azione e. nell'azione si conservi la contemplazione.
Non è nuovo il suo insegnamento, ma si raccorda con tutta la vita e l'insegnamento di Gesù, dei Padri e dei testimoni che hanno "fatto" la "Chiesa" e sui quali anche oggi in ogni tempo dovremo fondarci.
Il Cusmano propone l'esercizio della carità attraverso il gesto del "Boccone", da lui definito amo di carità che diventa concretezza di un ministero, al quale tutti dobbiamo sentirci chiamati e coinvolti e attraverso il quale si ottiene l'eredità eterna, riservata ai giusti.
Partendo dalla contemplazione di Cristo dobbiamo scorgerlo nel volto di coloro nei quali Egli si identifica. G.C. offre un'immagine di Chiesa quale concregatio di servi dei Servi dei Poveri ed esorta a spezzare "il pane ai poveri", appascerli "col boccone offerto dalla carità cristiana e benedetto dalla carità divina".
Dobbiamo spezzare il pane della Messa quotidiana, imitando Gesù, il quale spezzò il pane nel deserto, nel cenacolo, al banchetto di Emmaus.
Non la parola ma la concretezza del gesto dell'amore è la via che conduce al riconoscimento della Fede e come Cristo "Qui coepit facere et docere" così il cristiano prima ama, serve e poi parlerà.
Vera Raciti